Questo sito utilizza cookie anche di terzi per inviarti pubblicita' e servizi in linea con le tue preferenze.
Se vuoi saperne di piu' o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie leggi la policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque elemento acconsenti all'uso dei cookie. 

Art. 37.22 C’ERA UNA VOLTA IL BIGLIETTO DA VISITA

Lo scopo era quello di poter annunciare l’arrivo in modo corretto e discreto

“La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri.”Baruch Spinoza

Pare che i primi biglietti da visita della storia fossero quelli che il politico ateniese Pericle aggiungeva ai doni che faceva recapitare all’amante Aspasia per anticiparle la sua imminente visita. Secoli dopo, nella Francia del settecento iniziò a diffondersi l’abitudine di consegnare un bigliettino col proprio nome scritto a mano al personale di servizio delle case in cui si andava ospiti.


Lo scopo era quello di poter annunciare l’arrivo in modo corretto e discreto. Anche questi biglietti erano considerati più eleganti se scritti a mano.


Poi col tempo vennero consentiti anche quelli stampati.

Oggi grazie alle innumerevoli tecnologie, il biglietto da visita acquisisce ancora più fascino generando anche molta curiosità.


Malgrado ciò non dobbiamo mai scordare che anche il galateo impone regole precise per la realizzazione di questo piccolo documento di comunicazione.


Senza arrivare alle complesse regolamentazioni sociali con cui venivano recapitati i biglietti da visita nell’Inghilterra vittoriana o nell’America de l’Età dell’Innocenza, alcune regole di base possono essere considerate ancora oggi.


Prima fra tutte la distinzione fra biglietti commerciali e privati.


Quelli professionali possono essere personalizzati seguendo le esigenze commerciali della propria azienda e attività. In caso di necessità, dovete dare il biglietto da visita commerciale e non quello privato, ricordatevi di non barrare il Vostro titolo, è una scortesia e anche un cattivo augurio; si barrano solo quelli personali.


La composizione del biglietto personale deve riportare in nome e il cognome, al massimo indirizzo e numero di telefono; sul biglietto commerciale, per le donne, va riportato il cognome da nubile.


Ritornando alle personalizzazioni dei biglietti da visita di personaggi famosi quello di Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, costringe chi lo riceve a risolvere un enigma per avere il suo numero di telefono; Houdini invece aveva un biglietto di visita a forma piramidale ricordandoci il mistero costruito intorno a quella figura geometrica; Andy Warhol lo ha disegnato lui, uno stile inconfondibile; l’eccentrico Donald Trump è scritto in oro per simboleggiare potere e ricchezza. Ognuno con il proprio stile.


📌 Voi come lo avete realizzato il Vostro?
Scrivetemi sotto, ne discuteremo assieme a #gianfrancominutolo che giustamente, lo ritiene un altro ottimo strumento di networking; “Come utilizzare i biglietti da visita” lo scrive anche nel suo libro e lo riprende in “Le Regole dell’Evento Perfetto”. Consigli utili per riuscire a collegare un nome al viso dell’interlocutore che te lo ha consegnato e soprattutto, qui si rifà ai fondamentali del Networking, non “seminare” i biglietti da visita senza aver creato la conoscenza.


Abbiamo iniziato questa NL dicendo che i primi biglietti da visita sono nati in Francia, concludiamo scrivendo che i primi di uso commerciale nacquero in Inghilterra fra i mercati londinesi intorno a fine Settecento riportando precise e corrette indicazioni che permettevano di raggiungere l’attività indicata, il motivo di tanta precisione? Non esistevano i numeri civici!


“Incontrami per la città, mentre vago per la città, in cerca di qualcosa che non so, incontrami e sorridimi, poi va per la tua strada.”Jim Morrison


👉 Il libro LE REGOLE DELL'EVENTO PERFETTO, edito da Albatros - acquistalo qui direttamente

👉 Iscriviti alla News Letter quindicinale link

📘 Scopri il Manuale

 


© 2022 Fulvio Gaddi
All rights reserved
P.IVA 09355950966
AZIENDA REGISTRATA AL SINTEL
powered by ing. Alessandro Riva